mercoledì 20 aprile 2016

"C" come Cento vite


Avevo come la sensazione di avere accanto un uomo che aveva vissuto cento vite prima dell’attuale.
Considerato che al giorno d’oggi l’aspettativa media alla nascita è stimata in 71,4 anni, era come parlare ad un astronomo che aveva assistito ad oltre 26 mila albe ed altrettanti tramonti.
Penso dipendesse da questo il suo essere laconico ed incline ad una malinconica ironia che tutto pervade.

- Il paradosso sai dov’è? Nel fatto che tu abbia tentato di mettere in barattolo la luce. Non c’è chiusura ermetica che, ovviamente, ne possa fare conserva. Ma al tempo stesso, non può esserci conserva senza un adeguato riparo dalla luce. –


Restai immobile a fissare l'abatjour fai da me. Ci avevo messo dell’estro nel crealo ma non era la mia creatività ciò che risultava visibile al suo occhio. Da qualche parte, in qualcuna delle sue molte vite reali o interiori, doveva aver imparato a leggere dentro le persone, ad interpretarne le intenzioni recondite e le azioni compiute. Dove altri avrebbero visto un’originale combinazione di semplici lucine e materiali da riciclo lui leggeva l’intricata trama del mio libro.  

Una foto pubblicata da elisa.sovarino (@elisasovarino) in data:


- È un regalo che non posso accettare. Non posso lasciarti commettere l’errore di credere che ci siano cose a questo mondo che si possano addomesticare a piacimento. Il solo modo che ho di sentire il tuo calore è lasciare che questo mi passi attraverso. So che può apparire complesso, ma vorrei che provassi a fare altrettanto. Nel controllo c’è schiavitù, piuttosto vorrei che mi rendessi libero. –

Sollevai il coperchio di vetro e girando i polsi verso di lui come a volerne esibire la guaina interna esclamai con una fresca fermezza:
- Adesso puoi. -   

Sorrise e mi baciò.

  

Nessun commento:

Posta un commento